La figlia che non piange di Francesco Scarabicchi, uscito postumo e pubblicato da Einaudi, prende il titolo dai versi di Vittorio Sereni in Stella Variabile, qui riportati in esergo: “È cresciuta in silenzio come l’erba/come la luce avanti il mezzodì/la figlia che non piange.”
Il libro affronta il tema dello scorrere del tempo e della morte – quindi parla di vita – con uno sguardo commosso su ciò che è stato e su un presente da comprendere, perché “In ogni adesso è il poi che potrà essere”.
Con un linguaggio essenziale che Enrico Testa ha definito “monachesimo lessicale”, e in cui ritrovo la sottrazione del mio scrivere, Scarabicchi, in varie forme – versi, piccole prose, acrostici, poemetti – sorprende, ferma lo sguardo tra le parole, muove al pianto.